Come memorizzare velocemente con l’aiuto delle associazioni di immagini
Se dovessimo riassumere in una sola frase come memorizzare velocemente, la risposta potrebbe essere:
“fare in modo che l’elaborazione delle informazioni sia talmente profonda da far passare tali informazioni nella memoria a lungo termine”.
Quello che stiamo imparando a fare è proprio questo: impariamo tutte le tecniche per studiare velocemente e bene.
Ma come fare a stimolare un’elaborazione così profonda, in modo che le informazioni non vadano perdute in fretta?
Già 2500 anni fa i Greci, senza avere a disposizione le conoscenze scientifiche attuali, avevano capito che alla base del ricordo efficace (ovvero di questa elaborazione profonda e di conseguenza memorizzazione a lungo termine) c’è il meccanismo dell’associazione.
Nelle tecniche di memoria fin da allora tramandate il fondamento di tutto sono appunto le cosiddette immagini mentali, ovvero le rappresentazioni di oggetti, persone, eventi, che ogni persona mantiene nella propria mente, consapevolmente e inconsapevolmente, perché in qualche momento del passato ne ha fatto esperienza.
Pensa che il giornalista Seresevskij, studiato dal grande psicologo sovietico Lurija , riusciva a ricordare ogni cosa si trovasse davanti o ascoltasse, nei minimi particolari e a prescindere dalla complessità, proprio perché tendeva a trasformare automaticamente ogni dato in immagine, senza neanche esserne consapevole.
Il primo esempio di associazione
Se per esempio ti chiedo di pensare a una paperella di gomma, ti verrà particolarmente facile vedere come è fatta, forma, dimensione, colore (gialla?), sentirne il rumore mentre la spremi e ne esce fuori l’aria e quel curioso suono, persino sentirne la consistenza nelle mani e l’odore, appunto di gomma.
Non è importante a quale paperella di gomma hai pensato, fatto sta che nel tuo passato, in tv, nella tua vasca da bagno, in un supermercato, al mare… ne hai vista una.
Ricordandola hai messo in azione il cervello, hai persino stimolato i tuoi sensi, mentre immaginavi di toccarla e odorarla e, perché no, morderla.
Inoltre, ciascuno vede la propria immagine mentale, esse sono e devono restare personalissime: se dico “frullatore”, quello che immagini tu è più o meno differente da quello che vede un qualunque altro individuo.
Adesso fai la stessa cosa della paperella per le parole deesterificare, Von Ebner, fosfolipasi!
Ovviamente ti viene difficile.
È per questo che fai fatica a ricordarle, persino all’interno di un contesto. Dunque, come fare a trasformare tutto ciò che studiamo in qualcosa di rigorosamente concreto, mai astratto, e dunque facilmente memorizzabile?
Facendo associazioni.
Questo principio si fa risalire a Simonide di Ceo il quale, sfuggito miracolosamente al crollo di una sala in cui si trovava a banchettare con altri invitati, seppe identificare i corpi dei vari commensali, resi irriconoscibili dalle ferite, ricordandosi del posto che occupavano a tavola e indicando così il corpo di ciascuno ai propri famigliari.
Come memorizzare velocemente delle informazioni astratte
Fare associazioni è un processo intuitivo e naturale. Per dimostrarlo leggi la lista di seguito, liberamente ispirata a quella proposta da Ron White in uno dei suoi ultimi libri:
1. Penna
2. Lavandino
3. Maiale
4. Forchetta
5. Stella
6. Diavolo
7. Nano
8. Clessidra
9. Fischietto
10. Mani
11. Calcio
12. Uova
13. Sedile dell’aereo
14. Cuore
15. Spiaggia
16. Motorino
17. Venerdì
18. Soldato
19. Papà
20. Rosa
Se dopo una sola lettura ti chiedessi di ricordare, senza rileggerlo, cosa ci sia al numero 14, al 5 o al 18 forse avresti difficoltà.
Siccome però la nostra mente funziona per immagini, potrebbe invece essere molto facile per te immaginare qualcosa che richiami ciascun numero e relativo oggetto.
Come memorizzare velocemente: le associazioni dei numeri
Per ora limitiamoci a notare che:
1. Penna = la penna è a forma di 1
2. Lavandino = 2 rubinetti, acqua calda e fredda, 2 mani che vengono lavate
3. Maiale = i 3 porcellini, la forma del naso del maiale, la forma della coda
4. Forchetta = i 4 rebbi della forchetta
5. Stella = le 5 punte di una stella
6. Diavolo = il numero del diavolo è 666
7. Nano = I 7 nani
8. Clessidra = la clessidra è a forma di 8
9. Fischietto = il fischietto è a forma di 9
10. Mani = le 10 dita
11. Calcio = 11 giocatori
12. Uova = un cartone di uova da 12
13. Sedile dell’aereo = sugli aerei non c’è la fila 13 perché in alcune culture viene considerato un numero sfortunato, insieme al 17
14. Cuore = il 14 febbraio è San Valentino
15. Spiaggia = il 15 agosto di solito si va in spiaggia
16. motorino = a 16 anni si può guidare lo scooter 125
17. Venerdì = la temuta sfortuna del venerdì 17
18. Soldato = a 18 anni prima si partiva a fare il soldato
19. Papà = il 19 marzo è la festa del papà
20. Rosa = la rosa dei venti.
Potremmo andare avanti per ore, con questa che non è propriamente una tecnica di memoria: a noi serve studiare ben altro!
Ciò che mi interessa è che in questo momento hai scoperto il principio dell’associazione: collegare indissolubilmente qualcosa di difficile da ricordare, spesso perché non concreto (nel nostro esempio un numero progressivo) a qualcosa d’altro che è concreto, univoco, intuitivo e veloce: tre maiali, un fischietto, una confezione di uova, ecc.
Infatti ora, se dico 7 …, 11 …, 15 … , tu sei già capace di richiamare immediatamente le informazioni collegate, che hai potuto vedere per pochissimi decimi di secondo, senza probabilmente esserne neanche consapevole.
A cosa serve l’associazione
Trasformare le parole che incontriamo tramite associazioni è un procedimento piuttosto divertente che richiede molta creatività.
Infatti una parola indicante un oggetto reale e concreto non dà grandi problemi, nella maggior parte dei casi: un polmone è un polmone, ha una particolare forma e consistenza, puoi immaginarlo facilmente e vederlo con l’occhio della mente.
Un pianeta, un frutteto, una macchina per imballaggio, un relitto sommerso, un procione, allo stesso modo sono immagini chiare e tangibili, nonostante tu non abbia mai fatto esperienza diretta di alcuni di essi.
Dunque non hai bisogno di trasformare questi oggetti concreti, poiché già lo sono e fortunatamente possono essere essi stessi usati come ancore.
Trasformare una parola astratta come “sintassi” è invece molto più difficile; il numero 5843973655898234 è quasi impossibile, se non con innumerevoli ripetizioni (oppure con l’uso delle tecniche che vedremo nella Fase dedicata ai numeri).
Eppure stiamo per scoprire che ogni concetto o dato che andiamo a studiare, in un modo o nell’altro, può trasformarsi, può farci venire in mente immagini di oggetti, situazioni, eventi, personaggi, tutte cose concrete e facili da ricordare, perché avendone già fatto esperienza diretta o indiretta nella nostra vita siamo in grado di vederle con l’occhio della mente.
La fantasia ci aiuta a memorizzare velocemente?
Pensa che ti è persino possibile immaginare cose impossibili! Vuoi un esempio?
Immagina un sapone volante, che svolazza qua e là per la stanza in cui ti trovi ora.
E ora immagina un albero che al posto dei frutti porti… delle uova sode, che tu inizi a cogliere e sgusciare!
Adesso immagina di essere sott’acqua e di vedere un pesce che porta nella pinna un cartello di protesta, seguito da un branco di pesci in manifestazione.
Basta giocare un po’ con le immagini, le parole e soprattutto con la fantasia.
E non mi dire di non essere una persona che ha così tanta fantasia, perché a meno che tu abbia visto nella tua vita un pesce manifestante, ne hai da vendere.
Queste associazioni devono ricordarci anche se in modo vago o intuitivo (ma sempre inconfondibile e univoco) il concetto o l’informazione che necessitiamo, e devono permetterci di ripescarla nella memoria senza possibilità di errore.
Ma è vero che le immagini che crei devono essere strane e inusuali per essere ricordate meglio?
No.
A quanto la strategia di creare immagini paradossali (PAV) è stata smentita da alcune ricerche degli ultimi anni.
hanno scoperto infatti che le cose che vengono ricordate di più non sono quelle strane, bensì quelle che vengono apprese e assimilate facilmente.
Così succede per esempio per le rime o per le frasi scritte in modo molto semplice. Il cervello le capisce subito e dunque le ricorda.
Se invece sono lunghe, complesse, articolate, piene di subordinate, con concetti incomprensibili e parole impronunciabili, il cervello fa più fatica.
Dunque usare cose paradossali potrebbe essere controproducente.
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Ma se una sera vengo invitato a un buffet in ristorante dove posso mangiare e bere in quantità e cibo FAVOLOSA, perché poi dovrei andare anche in pizzeria?
Ho riscoperto le associazioni mentali grazie al tuo articolo e le tue dirette. Adesso sono capace di utilizzarle in maniera efficiente!!
Lucia ne sono felice. Attenzione dunque alle associazioni, a non usarle in modo meccanico. Come sai nel MemoVia non le usiamo proprio perché non GARANTISCONO risultati, tuttavia secondo me possono essere un aiuto valido in alcune situazioni. Brava!
Molto interessante e materiale di valore
Grazie Fabio, sono contento che la mega-guida ti piaccia! Ci tenevo che fosse diversa dalle altre cose in rete e, come hai detto tu, di grande valore per chi legge.