Studiare e lavorare: come organizzarsi senza impazzire

Autore: Dott. Giovanni Fenu
Pubblicazione: Marzo 29, 2020

Tempo di lettura: 5 minuti

Studiare e lavorare come organizzarsi?

Studiare e lavorare come organizzarsi? Come riuscire a fare tutto conciliando lavoro, studio, vita privata? Insomma come si studia quando si ha poco tempo?

Chi ben comincia non è a metà dell’opera. Quando iniziamo a studiare per esempio per un esame, o tutte le mattine quando ci mettiamo davanti al libro o nei ritagli di tempo, ci rendiamo conto che tutte le nostre tabelle, gli obiettivi, le routine mattutine e giornaliere saltano.

Perché il tempo richiesto per studiare occupa gran parte del nostro tempo libero e a volte anche nel nostro tempo di lavoro e relazionale.

Ma la verità come dicevamo all’inizio è che quando cominci a studiare non è detto che tu sia sulla strada giusta, è possibile che ti venga il male di vivere perché

  • il libro non ti piace
  • ormai fai fatica a studiare per quel particolare esame
  • non hai tempo
  • hai altri pensieri intrusivi appunto che si intrufolano nella testa e non ti lasciano fare quello che dovresti

E poi è del tutto lecito essere stanchi voler fare altro, volersi riposare.

Certo è che alla fine impieghi molto tempo, procrastini, proprio tu che tempo non ne hai o non ne hai abbastanza, e spessissimo ti dai la colpa di quello che sta succedendo.

Poi magari ti senti anche dire che “il tempo si crea” e ti infastidisci anche un po’…

Eppure, come abbiamo già detto nella guida dedicata, laurearsi lavorando potrebbe essere meglio che studiare e basta. Bisogna però organizzarsi nel modo giusto.

Studiare e lavorare come organizzarsi senza forzare troppo

Ti confesso che ho scritto una guida intitolata “studiare e lavorare come organizzarsi” perché spingere sulla produttività è stato uno dei miei problemi in passato.

Quando ho iniziato a lavorare e studiare contemporaneamente ero pieno di buone intenzioni, i libri che avevo letto sull’argomento produttività non si contavano e non avevo quindi considerato il contraccolpo.

Mi sentivo di un pessimo umore perché avevo scelto di dividere la mia giornata in maniera perfetta, quasi al minuto, di calcolare i tempi di
qualunque cosa avrei fatto, e mi ero messo degli obiettivi di medio-lungo
periodo che ovviamente non riuscivo a raggiungere, non riuscivo a rispettare.

Insomma tutta la mia vita ormai era dedicata allo studio e al lavoro.

Non ti nego che questo punto delle ripercussioni anche dal punto di vista non solo emotivo e relazionale, nei rapporti, ma anche economico, è stato un boomerang.

Perché se non hai tempo per studiare durante la giornata, magari lavori e studi durante la notte, insomma rischi del tempo al sonno, il giorno dopo non sei bello sveglio, bello attivo, e quindi il risultato è che se lavori in proprio guadagni di meno, se lavori come dipendente aspettati che il tuo capo ti dica “non stai facendo quello che dovresti”.

E allora cosa facciamo?

Per prima cosa sfatiamo questo luogo comune del tempo che si crea, una frase fatta, scritta probabilmente da chi tempo ne ha in abbondanza. E poi vediamo alcune indicazioni, 4 in particolare, che per me sono state un vero tesoro e che nella verità mi hanno permesso di raddoppiare la mia produttività.

1. Gli obiettivi di lungo periodo ti danno ansia

La prima cosa che ti consiglio di fare è non metterti mai degli obiettivi di medio-lungo periodo.

E’ una cosa che ho provato a mie spese e ho pagato molto cara. L’obiettivo di lungo periodo può andar bene per una scalata in montagna, perché noi saliamo verso la vetta e sappiamo dove dobbiamo arrivare. Ma non va bene per lo studio e per il lavoro, soprattutto per lo studio universitario.

Perché l’obiettivo genera ansia, con un meccanismo anche abbastanza conosciuto in psicologia: il tuo cervello ti dice:

Cosa può succedere da qui a tre mesi, che dovrò preparare e sostenere quei tre esami, studiando tutti i giorni per otto ore al giorno (o studiando tutti i giorni nei ritagli di tempo)?

Il cervello riempie gli spazi vuoti, quello che non sa, cosa potrebbe succedere, mettendoti in guardia rispetto alle varie possibilità che potrebbero impedirti di star bene, di raggiungere quello che desideri o quello che ti sei prefissato.

Quindi da questo momento il mio consiglio è di avere esclusivamente obiettivi giornalieri. Sono utilissimi: ci svegliamo la mattina, perdiamo la nostra app di produttività (ma sinceramente preferisco un foglio bianco) e scriviamo che cosa vogliamo raggiungere durante la giornata in maniera realistica.

Riesci a studiarlo un capitolo/20 pagine/30 pagine? In quali tempi ce la puoi fare? Durante la giornata quali lavori riesci a fare? Quali sono i tempi necessari anche per lo spostamento o da dedicare ai propri cari?

Insomma vediamo di organizzare la giornata in maniera realistica, senza esagerare accavallandogli impegni anche durante la giornata, figuriamoci nel lungo periodo!

2. Sfuggi alla maledizione delle richieste esterne

Passiamo un terzo della nostra vita a studiare o lavorare, è stato calcolato questo.

Certo se lo facciamo con piacere, perché ci piace quello che stiamo facendo, va tutto bene ed è anche ok che ritagliamo dei tempi o annulliamo il tempo dedicato altre cose. Insomma siamo noi a bilanciare il nostro
tempo in base a quello che ci piace o quello che ci fa stare bene.

Un po’ meno è se ce lo richiedono gli altri! E’ ovvio che il nostro cervello andrà in opposizione rispetto alle richieste di un capo o di un cliente che ci chiede appunto di lavorare di sabato e di domenica o nei giorni festivi, che ci manda i messaggi con le sue ansie perché non riesce a tenerseli per sé.

Tutto questo essere sottoposti a valutazione, a richieste continue, richieste di performance, di risultati, di sviluppare anche il nostro potenziale, a volte ce le mettiamo anche noi queste richieste, ecco tutto questo deve portarci a dire di no io dico sempre a chiudere il cancello del giardino perché se no entrano i vandali e ci contestano le piante.

Quindi niente ti vieta di spegnere il telefono, di non accendere il computer, di cambiare numero, di usare un’altra scheda, insomma di dire di no, di rifiutarti alle richieste del mondo esterno che ti chiedono di essere produttivo anche quando non vorresti.

3. Studiare e lavorare dipende dalla passione

Viceversa se tu decidi che vuoi fare una cosa la mattina, ti svegli che hai la voglia fortissima, la passione per quello che stai facendo, niente ti vieta di organizzare la tua giornata in modo da lavorare anche nel week end o in un giorno festivo.

Apro una piccola parentesi su questo: i risultati migliori nel lavoro, ma anche nello studio, si hanno quando si ha molta eccitazione per quello che si fa.

Quando il lavoro che si sta facendo, la parte di programma che si sta studiando, diventa un’ossessione, quando ti emozioni in qualche modo per
quello che fai o per quello che desideri e senti che sei sulla strada giusta per quello che ti sei prefissato, è ovvio che alla fine raggiungerai dei
risultati migliori.

Avrai il desiderio anche di prendere dei rischi, e questi rischi massimizzerano, amplificheranno i risultati che otterrai e ti faranno sentire anche meglio.

Dire “ho rischiato e ce l’ho fatta” é tutta un’altra cosa che “l’ho dovuto fare
e finalmente l’ho fatto mamma mia che fatica”

E per ultima cosa ti porteranno anche avere delle soluzioni, a trovare delle soluzioni intelligenti a problemi che sembravano insormontabili

4. Studiare e lavorare come organizzarsi per non procrastinare

In tanti parlano di anti procrastinazione, di abitudini, di routine mattutina. Anche io ne ho parlato in qualche video, ma sfatiamo
anche questi miti.

  • La produttività se è fatta sulle cose sbagliate diventa improduttiva.
  • La procrastinazione, rimandare a volte, nasce perché ci vengono dei dubbi, non sappiamo se siamo sulla strada giusta oppure abbiamo dei pensieri intrusivi che non ci lasciano in pace.
  • Le abitudini, soprattutto le abitudini mattutine a dover fare per forza delle azioni (correre, leggere e scrivere un diario, organizzarsi la giornata, provare gratitudine, auto analizzarsi, fare l’esame di realtà) possono andare bene ma ci sono dei momenti in cui diventano dei meccanismi, cioè diventano estremamente meccaniche.

Una giornata troppo rigida può essere soffocante e può portarci a rigettare questa stessa giornata e questa organizzazione.

Ci succede che ci alziamo la mattina che sappiamo che cosa dobbiamo fare, ma non vogliamo farlo e in più ci diamo anche la colpa del fatto che non facciamo quello che dovremmo perché ce lo siamo autoimposti.

A questo punto che cosa facciamo? Cerchiamo di darci un equilibrio, cerchiamo di capire se stiamo rimandando o non stiamo facendo perché
ci siamo stressati troppo, abbiamo esagerato.

La magia del relax occasionale

Scegliamo ogni tanto anche di farci un periodo completamente senza regole in cui ci alziamo all’ora che vogliamo, ci prendiamo una sorta di vacanza, mangiamo quello che vogliamo senza stare a dieta, non facciamo sport, stiamo sul divano perché in quei giorni abbiamo voglia di rilassarci, abbiamo voglia di stare sui social a scrollare il feed di Facebook oppure a guardare video scemi perché ci fanno ridere.

Lo so che fare delle letture esclusivamente piacevoli, niente di veramente interessante o di approfondito, guardare serie tv dalla mattina alla sera, è la vita normale, il quotidiano del 90% cento delle persone che anche tu conosci ( di alcuni studenti universitari in particolare).

Ma è anche vero che a un certo punto vivere quest’esperienza di relax, di vacanza per un tempo limite e contingentato, ci porta ad annoiarci.

A quel punto saremo spinti dalla noia a voler fare qualcosa, a ricominciare, a rimetterci in moto, ci viene proprio in qualche modo il bisogno di studiare e lavorare.

Certo non è uno schiocco di dita però abbiamo bisogno di farlo per
sfuggire a quella noia che comunque è un’emozione molto meno piacevole di quando riusciamo a far qualcosa di produttivo nello studio o nel lavoro!

Per esempio quando finiamo un capitolo siamo molto contenti, molto soddisfatti, molto più attivati rispetto a quando siamo annoiati sul divano.

Un’altra piccola parentesi: cerchiamo di non prenderci queste pause troppo lunghe, impariamo ad ascoltarci, perché se la pausa è veramente troppo lunga poi riprendere a studiare é dura.

Inizia ad apprezzare gli sforzi che stai facendo. tu sei una persona fuori dal comune, hai scelto di fare una cosa impopolare, probabilmente sei stata la prima persona tra quelle che conosci che ha deciso di studiare e
lavorare contemporaneamente!

Nei commenti qui sotto o sul Canale Youtube scrivimi quali delle quattro cose di cui abbiamo parlato ti ha bloccato finora e ne parleremo insieme.

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